

Einaudi, 2024
Pagine 634
ISBN 9788807035784
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In questo non-romanzo si fondono cielo e terra, poi cielo e mare. E la storia, la nostra storia recente e -purtroppo – in buona parte dimenticata, riemerge dalla bruma e torna da noi, a ricordarci il coraggio, l’impegno e l’orgoglio che nostri nonni hanno riversato nella creazione di una patria, qui identificata con il complesso ambiente del Delta Padano e il suo fulcro cittadino: Ferrara.
Un’opera avvolgente, come le nebbie del grande fiume
Ho preferito leggere questo romanzo poco per volta, giorno dopo giorno, perchè la sua ricchezza di intrecci richiedeva per me una certa attenzione. Tra le pagine si rincorrono e mescolano diversi linguaggi (italiano, dialetto ed inglese), vengono affrontate – ora in modo più prolisso, ora solo accennate – varie tematiche (l’ambiente, la sua tutela e rispetto concretizzati attraverso scelte impopolari e antieconomiche ma lungimiranti, così come il suo asservimento alle necessità dell’uomo; il Covid con i suoi strascichi fisici, ma soprattutto sociali e culturali, individuali e di gruppo; la storia del Po, attraverso i decenni del ‘900 fino ad oggi, dall’epoca del nazi-fascismo, a quella della liberazione e delle complesse reti di rapporti personali e politici, le cui code permangono finché vivranno i protagonisti di quelle pagine confuse, conflittuali ed intense che a volte si ha l’impressione che qualcuno voglia riscrivere, nascondere, negare; il vissuto personale dei protagonisti il cui sentire presente e le cui scelte operate si spiegano solo attraverso l’affiorare dei loro diversi percorsi passati; l’oscillare tra la realtà e l’invenzione narrativa di uno scrittore – parte di un collettivo che ha fatto del non protagonismo personale e del forte impegno sociale, frutto di libertà di pensiero e coraggio nella dissidenza, la sua identità – che spingono sempre più spesso a sondarne i confini e scoprire – almeno per me – pagine e figure della storia che non conoscevo. Il tutto in un italiano ricco, non pesante alla lettura, ma stimolante anche nell’uso di termini non di uso quotidiano.
Uomini pesce è un romanzo originale che mescola memoria, mito e politica con una scrittura densa e coinvolgente. La protagonista Antonia, geografa segnata da un trauma, eredita un archivio misterioso dallo zio partigiano e cineasta Ilario Nevi. Da lì parte un’indagine personale che attraversa il Delta del Po, le lotte del Novecento, il colonialismo italiano e le trasformazioni ambientali del presente. In questo paesaggio liquido e inquieto, emergono figure mitiche come l’uomo pesce, simbolo di resistenza e marginalità.
Il romanzo è una riflessione complessa sul confine tra umano e mostruoso, tra passato e presente, tra verità e immaginazione. Wu Ming 1 costruisce una narrazione ibrida che non consola ma interroga. Una lettura che resta addosso, come l’odore del fango e del mare.
Appassionante libro con riferimenti storici ambientato nel ferrarese. Consigliato
Bello, ricco di fatti storici
Atmosfera da realismo magico ambientata nel delta del Po con agganci alla storia italiana passata e recentissima. Mette il dito in più piaghe in stile Wu Ming, senza essere in nessun modo pesante o verboso. Storia interessante e importante e di piacevole lettura. Consigliato.
“Gli uomini pesce” è in qualche modo la prosecuzione della “macchina del tempi”, è un testo quasi fiabesco, ma con agganci realistici alla guerra di liberazione e alla conoscenza/consapevolezza di ciò che ha comportato le bonifiche nel delta del Po, i pro e i contro che sono manifesti oggi. Mi è piaciuta la capacità affabulatoria, il mescolare la realtà di ieri, la realtà di oggi, la storia incredibile di Ilario e la sua vita straordinaria, senza mai arrendersi.Mi è piaciuto!